Il suo nome, altisonante, ci offuscava la vista, cadevamo a terra privi di coscienza e il pad del NES con noi; colpiti da fremiti imprevedibili attraversavamo la foresta prima del castello e sdraiati sul pavimento del salotto semiincoscienti guidavamo il nostro alter-ego con terrore, attraverso tutte le stanze della mansione, alla ricerca del Male.
Mmmmh... forse sto esagerando?
Direi di no ma non ha importanza, ciò che importa in questa introduzione è ricordare la maestosità del passato. Mi spiego meglio, Caslevania, in tutte le sue incarnazioni era un must, Konami non sbagliava un colpo e ad ogni uscita regalava emozioni a non finire portando da una parte innovazioni, ma dall'altra mantenendo lo stesso stile di gioco, lo stesso, ma Immortale. Immortale proprio come i personaggi della storia raccontata da questa serie; per chi non lo sapesse Castlevania parla di vampiri. Creature nottambule assetate di sangue... umano! E proprio qui troverete il motivo che spinge i vari protagonisti della saga ad entrare nel castello: uccidere il vampiro.
Tutto ebbe inizio da Leon Belmont, precursore della dinastia, e proprio lui andremo ad impersonare in questo nuovo capitolo Lament of Innocence. Siamo nel undicesimo secolo, dopo una spietata guerra, la moglie del prode cavaliere viene rapita e imprigionata in un lontano castello, il principe dovrà salvarla e il cattivone di turno dovrà fermarlo. Chi è il cattivone? Dracula [momento di silenzio]. A dimenticavo, orde di strane creature stanno distruggendo il regno, come fosse importante... Vabbè, la storia ve l'ho detta, ora passiamo al gioco vero e proprio.
Gameplay
Già visto, e si potrebbe concludere così ma questa è una recensione e come tale ha lo scopo di informare e io non lo sto facendo; bene. Avete giocato a Devil May Cry? Sì. Al suo seguito? Sì. E a Chaos Legion? Sì. Bene allora sapete cosa vi aspetta, non attendetevi niente di più (e per fortuna niente di meno) di quello che avete visto nei suddetti titoli. Leon si comporterà esattamente come Dante e Sieg Wahrheit, potrà saltare, colpire (questa volta con una frusta) e ancora saltare, poi colpire e per finire, ciliegina sulla torta, colpire. Uau! Che fantasia, starete pensando, e fate bene, avete tutte le ragioni del mondo. Diciamo solo che non troverete la frenesia nei combattimenti presente in DMC ne la mole esagerata di nemici da affrontare come in Chaos Legion, ma in cambio potrete migliorare le qualità del vostro caro Leon Belmont grazie a dei deliziosi POWER UP nascosti nelle varie stanze del castello. Peccato che anche questo puzzi straordinatamente di vecchio. Uniche "libertà" concesse al giocatore: possibiltà di schivare e parare i colpi. Fortunatamente questa serie maestosa di difetti è destinata a finire lasciando il posto ad un, seppur inferiore elenco di pregi che tuttosommato rendono il titolo, sotto questo punto di vista, davvero godibile soprattutto al giocatore medio. Infatti Castlevania, pur peccando irrimediabilmente di scarsa originalità, riprende in chiave RPG un genere nato con DMC e declinato con il suo seguito, destinato altrimenti ad un'inevitabile morte. La possibilità di migliorare le caratteristiche del PG dona, seppur parzialmente, una maggior profondità a questo titolo che di profondo non avrebbe proprio nulla. Oltre alla frusta potrete usare le solite armi secondarie utili per combinare attacchi deboli come il lancio di un pugnale, a frustate degne del miglior Indiana Jones. In secondo luogo potrete utilizzare la frusta per appendervi al bordo di un muro o all'estremità di una ringhiera allo scopo di scavalcarla ma questa capacità, seppur originale, non viene sfruttata degnamente in questo capitolo. Potrete effettuare numerose magie (grazie ad alcuni oggetti nascosti nell'ambiente) riprodotte egregiamente dal motore grafico ma in realtà poco utili nell'eliminazione dei nemici. Nel negozio di Renaldo, al limitare del bosco, potrete acquistare diversi ITEM utili a migliorare l'esperienza ludica ma anche questo non basta a rendere Castlevania vario. Parliamoci chiaro, Castlevania è un buon gioco, sufficientemente vario e tuttosommato divertente, chi lo acquisterà non ne rimarrà totalmente deluso ma sempre di Castlevania si tratta! Un nome del genere non dovrebbe stare sulle copertine di titoli mediocri! Ma non preoccupatevi, ci giocherete parecchio a questo Lament of Innocence, ma i più smaliziati sono avvertiti, per voi la permanenza di questo DVD nella console sarà breve, forse troppo. Bene ho detto abbastanza, ora aspetto tecnico.
Grafica & Sonoro
Sotto questo aspetto il prodotto Konami non può che ricevere onori, giocando potrete assistere ad effetti particellari davvero notevoli paragonabili in parte a quelli visti ultimamente in Prince of Persia. Il motore grafico gestisce una mole piuttosto notevole di poligoni ben conditi da texture di una qualità più unica che rara sul monolite. Anche gli effetti luminosi sono di buona fattura così come la realizzazione dei nemici. Uniche pecche invece per quanto riguarda le ambientazioni che appaiono saltuariamente monotone e spoglie. Nota positiva anche per le animazioni, egregiamente riprodotte dal Emotion Engine di Sony. Le telecamere, fisse agli angoli delle stanze, donano un certo fascino al castello ma spesso risultano inadatte all'azione. Anche un semplice gesto, come un salto, atto a superare la solita voragine incontrata, può risultare davvero difficile per questo motivo. Come da tradizione, le musiche, realizzatedal solito Michiru Yamane, sono saltuariamente evocative e rendono molto bene l'atmosfera cupa e oscura di un castello medievale. Gli effetti sonori relativi per lo più ai combattimenti si attestano su alti livelli.
Longevità
Il gioco seppur divertente è destinato prima o poi a finire e lo fa nel peggiore dei modi, lasciando il giocatore, seppur annoiato dalla ripetitività del gameplay, di stucco, come nel caso di DMC2. Insomma in circa 8-10 ore finirete il gioco tranquillamente mentre un tempo superiore servirà agli appassionati per completare totalmente l'esperienza ludica scoprendo tutti i segreti. Studiando approfonditamente i livelli potrete sbloccare 3 fruste aggiuntive; è ovvio però che questa "possibilità" non rende il gioco sufficiente su questo punto di vista.
In conclusione
Purtroppo tutte (o quasi) le caratteristiche che avevano reso grandi i predecessori sono scomparse trasformando questo attesissimo sequel in un prodotto solo mediocre che da una parte farà rimpiangere i vecchi tempi ai retrogamer e dall'altra annoierà i più smaliziati. Certo, se siete alla ricerca di un'avventura non molto impegnativa e tuttosommato discreta, Lament of Innocence è il gioco che fa per voi.
Di Dalilozza