Titolo: Manhunt 2
Piattaforma: PS2
Produttore: Rockstar
Supporto: DVD X 1
Età: 18 +
Distributore: Rockstar
Genere: Azione
Giocatori: 1
Audio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
Il ritorno… delle polemiche?
Dopo una storia degna delle migliori telenovele abbiamo finalmente potuto provare per voi il nuovo ipercinetico titolo per PS2 della Rockstar, il secondo capitolo della serie Manhunt, che col primo condivide un’ambientazione cruenta e sanguinosa ed uno strascico di polemiche lungo almeno un paio di mesi. Per i pochi informati, l’uscita del titolo è stata più volte annunciata e rinviata a causa delle polemiche sui contenuti espliciti violenti del gioco. L’aspetto buffo della vicenda è che stavolta la discussione è arrivata addirittura sui banchi del parlamento inglese, che in un primo tempo aveva deciso di sospendere il rilascio del titolo sul territorio della corona.
Ovviamente anche altri paesi hanno immediatamente seguito questa strada, tra cui vi era anche l’Italia. Le polemiche sono state tali da indurre la Rockstar a ritirare il gioco in attesa di modificarlo soprattutto nelle fasi più violente. Per fortuna sembra che ci sia ancora un po’ di buon senso in giro e, sebbene in versione edulcorata, possiamo essere qui oggi a raccontarvi le avventure del nuovo protagonista di Manhunt 2.
Alla ricerca della verità
A differenza del primo capitolo stavolta assistiamo ad una trama ben studiata e molto complessa. Ci ritroveremo nei panni di Daniel Lamb, un giovane dottore rinchiuso in una sorta di manicomio criminale. Saremo subito catapultati nell’azione in una disperata fuga da questo luogo tetro, e man mano inizieranno a ricomporsi i tasselli del puzzle. Che genere di esperimenti si compivano nella prigione? I prigionieri erano tali o erano semplicemente cavie? Il metodo Pickman serviva a creare delle armi sperimentali? Ma soprattutto, perché Daniel si ritrova rinchiuso nel manicomio dove prima era lui a collaborare agli esperimenti? Vari flashback e sconcertanti rivelazioni ci aspettano nel proseguimento del gioco mentre attraverseremo molteplici scenari cercando di evitare di essere catturati dai temibili cacciatori.
Gli aspetti tecnici
Passiamo subito al giudizio degli aspetti strettamente videoludici. Il gameplay è interessante anche se a volte leggermente macchinoso. Lo scopo principale è quello di attraversare i livelli utilizzando un approccio prettamente stealth. L’affrontare a viso aperto i nemici, infatti, spesso è deleterio oltre che svantaggioso in termini di punteggio finale. Difatti la caratteristica essenziale del gioco è quella di avere a disposizione una molteplicità di modalità di esecuzione dei nemici, ottenibili attraverso la pressione e il rilascio del tasto quadrato alle spalle degli avversari, differenti sia a seconda degli oggetti che utilizzeremo, sia a seconda della violenza dell’esecuzione stessa. Ci saranno tre livelli di esecuzione, che stabiliranno il punteggio a fine livello.
Ma novità interessante rispetto al capitolo precedente è quella delle esecuzioni ambientali. Quando sull’HUD sarà indicato un teschio, in quel punto potremo eseguire un’esecuzione avvalendoci degli strumenti presenti nell’ambiente circostante.
La difficoltà però non facilita il motore del gioco. Spesso dovremo aguzzare fin troppo l’ingegno nel tentativo di trovare una via di fuga per terminare il livello. Inoltre la mancanza di una telecamera mobile sulla levetta analogica destra si fa sentire, e l’inquadratura si posiziona automaticamente alle spalle del protagonista rendendo difficile la lettura dell’ambiente circostante. Se unite a questo una sensibilità a volte fin troppo elevata dell’IA otterrete un sistema di gioco abbastanza complicato che richiederà più tentativi per superare la missione assegnata.
Graficamente i livelli sono discreti ma non al massimo delle potenzialità mostrate dalla PS2. Le fisionomie dei personaggi sono poco curate, forse a causa di un utilizzo di un basso numero di poligoni. Notevole comunque la possibilità di influenzare la visuale di gioco con delle interferenze stile cattivo segnale della tv, modificabile nella sezione opzioni.
Infine, altra nota negativa, sebbene il gioco goda di sottotitoli in italiano, non è stato curato il doppiaggio delle fasi in game, cosa che avrebbe sicuramente reso leggermente più emozionante il gioco.
Conclusioni
In conclusione, ne valeva la pena attendere tanto?? Sinceramente non conosco la risposta a questa domanda. Indubbiamente Manhunt 2 non è un gioco rivolto a tutti, rappresentando un misto di violenza/stealth/combattimenti che si differenzia ben poco dai colleghi del settore, come ad esempio Hitman e Splinter Cell. L’innovazione nelle modalità delle esecuzioni, per quanto interessante e, sotto certi aspetti, divertente, non basta purtroppo a mettere il gioco tra i primi del genere.
La Rockstar ha comunque fatto centro regalandoci un discreto prodotto, confermando le sue solite linee guida, ovvero violenza ed umorismo.
La nostra valutazione
Grafica: 7
Giocabilità: 6,5
Audio: 6,5
Longevità: 7
Valutazione complessiva: 6,5
Pro
Modalità esecuzione innovative
Ampiamente rigiocabile
Contro
Mancanza di doppiaggio nel gioco
A volte troppo difficile
Visuale difficile da gestire.
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