Killzone 3

Guerrilla Games non ci ha fatto attendere molto dall’uscita del secondo capitolo della serie rilasciando l’attesissimo Killzone 3. Siamo pronti a continuare da dove avevamo interrotto la storia….

La Scheda di Killzone 3
Genere: FPS – Sparatutto in prima persona
Sviluppatore: Guerrilla Games
Produttore: Sony Computer Entertainment
Età: 18+
Giocatori: 1-2
Trofei: Si
On-line: si
Risoluzione: 720p – 1080i – 1080p
Spazio HDD minimo:  29 Mb
Vibrazione/Sixaxis: Si/Si
Audio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
Supporto 3D: Si
Supporto Playstation Move: Si
Topic di commento nel forum: Si

 

Prima dell’uscita nei negozi del nuovo capitolo della serie, Killzone 2, l’attesa da parte dei giocatori era elevatissima in quanto il team di sviluppo Guerrilla Games aveva mostrato quello sparatutto che colpì per l’alto livello grafico che si sarebbe proposto come quello in grado di riscrivere il livello prestazionale fattibile con Playstation 3. L’attesa effettivamente fu abbastanza lunga, i tempi di sviluppo sono stati piuttosto lunghi e all’arrivo del gioco sugli scaffali in un certo senso riuscì a raggiungere il suo intento sotto il profilo grafico sebbene lasciò, nonostante tutto, il fianco aperto alla critica più esagerata senza però poter comunque disconoscere che il livello raggiunto fosse davvero elevatissimo.

Detto questo, praticamente subito dopo l’uscita, iniziarono a rincorrersi i rumors circa lo sviluppo di questo Killzone 3 oggetto oggi della nostra recensione. Dalle prime indiscrezioni giunte dopo pochi mesi si iniziò a vociferare di come il team di sviluppo avesse intenzione di puntare ancora più in alto con il nuovo capitolo e di migliorare ancora il comparto tecnico del gioco, inoltre si iniziarono a susseguire notizie di un rilascio entro la fine del 2010. Ciò ovviamente lasciò perplessi i videogiocatori in quanto lo sviluppo di Killzone 2 è stato di molti anni, arrivando così a pensare di indicazioni non molto precise. Ad oggi invece possiamo dire che poi i fatti si son dimostrati molto simili ai rumors, comunque poi confermati da Sony stessa, ed hanno portato la nuova produzione negli scaffali praticamente dopo un lasso di tempo di sviluppo nettamente inferiore al secondo capitolo.

Come è naturale l’attenzione dei giocatori si è focalizzata sulla qualità raggiunta da questo capitolo, per vedere se il team ha mantenuto le promesse e soprattutto se la Playstation 3 è in grado di migliorare ancora sotto il profilo grafico. Per scoprirlo ovviamente continuate a leggere la nostra recensione….

Continuiamo (quasi) da dove avevamo lasciato

La nostra avventura inizia, in verità se vogliamo proprio definire i primi istanti di gioco, in una nuova location, in un posto quindi ben diverso da dove avevamo interrotto nel secondo capitolo. Questa fase ci vede in movimento in un periodo successivo della storia e servirà fondamentalmente da tutorial per l’apprendimento (se siete dei nuovi giocatori) dei comandi di base e prendere confidenza con le meccaniche di gioco. Ma nessuna paura, questo sarà sostanzialmente il prologo del gioco ed una volta portato a termine ci si catapulta nuovamente nel vivo dell’azione proprio nelle vicende subito a seguire la fine del secondo capitolo dando così un vero senso di continuità della storia. Siamo quindi nuovamente a seguire le vicende di Sev e Rico nel pianeta Helghan, o per lo meno di quel che ormai rimane di un pianeta fortemente segnato da un conflitto così devastante. Sconfitto il terribile Visari, ora all’orizzonte vi sono altri brutti ceffi da dover sconfiggere e proseguendo capiremo come (forse) dietro c’è stato o c’è anche ben altro.

killzone-3-1Questo espediente a flashback e flashforward utilizzato ci vedrà impegnati nella modalità storia con il pensiero a poi come andrà sostanzialmente a finire la storia di cui abbiamo più o meno visto qualcosa nelle fasi iniziali. Beh, qui nella nostra recensione ci sentiamo sostanzialmente di non rovinarvi nulla lasciandovi a voi il piacere di scoprire come và a finire il nuovo capitolo del gioco.

I diversi livelli di gioco sono tutti inframmezzati da cut-scene ben congeniate, in elevato numero e abbastanza corpose che hanno il merito di rendere il tutto molto coinvolgente facendoci scoprire dettagli ma al contempo di spezzettare forse un po’ troppo l’azione di gioco e il senso di continuità. Però i più critici potrebbero anche dire che ciò sia alla fine dei conti un mero contorno tra un colpo e l’altro di fucile oppure tutto ciò serva come ottimo pretesto per il cambio di ambientazione, mezzo e via dicendo. Si può condividere oppure no questo pensiero ma ciò è niente di più e meno di quanto ormai assistiamo nella maggior parte delle produzioni di grosso calibro degli genere sparatutto ed inoltre non ci sentiamo di appesantire troppo la critica in quanto a mio avviso il comparto narrativo il suo lavoro lo svolge in maniera piuttosto buona, l’azione è frenetica e la presenza di molte scene dimostra come il team abbia cercato di dare veramente maggior risalto alla storia.

Impugniamo le armi

L’azione di gioco è stata invece leggermente modificata andando a velocizzare un po’ tutte le meccaniche e ciò sicuramente ne risente il tutto in maniera positiva. Però come il precedente episodio, aggiungiamo il menomale, rimane comunque l’impossibilità di gettarsi a capofitto con il nostro arsenale per far piazza pulita di nemici fregandocene di qualsiasi altra cosa. Fare questo significherebbe inesorabilmente una brutta fine.

Chi ha avuto occasione di giocare al secondo episodio si ritroverà con una sensazione davvero di familiarità, questo perché infatti troverà i comandi di gioco sostanzialmente invariati. Come tutti i giochi del genere il movimento e mira è affidato al binomio delle due levette analogiche, i dorsali deputati al lancio delle granate ed al fuoco con i grilletti invece deputati alla copertura. Per la mira di precisione è stato scelto, ancora una volta, di affidare lo switch alla pressione della levetta destra (R3) ma per fortuna è anche possibile passare alla configurazione alternativa dei tasti che sposta l’attacco corpo a corpo al tasto R3 mentre la mira di precisione passa al più comodo L1.Il sistema di copertura è anch’esso riproposto in maniera piuttosto uguale al passato con qualche minima aggiunta come la scivolata e la possibilità di scavalcare saltando con il tasto X. A nostra disposizione inoltre la immancabile possibilità di effettuare uccisioni corpo a corpo brutali per sbarazzarci degli Helgast anche se dobbiamo dire che avvicinarsi così tanto ad un nemico comporta notevoli rischi, soprattutto a difficoltà elevata, per la nostra sopravvivenza così capita non di rado di preferire accovacciarsi e sparare piuttosto che cercare il conflitto fisico, inoltre i soldati d’assalto sono più difficili da combattere perché la temporizzazione per effettuare un corpo a corpo è decisamente ridotta ed anzi potremmo essere noi vittime di un brutale accoltellamento.

killzone-3-5Questo sistema si miscela benissimo con le meccaniche di gioco proposte, la reattività dei comandi sinceramente è sembrata davvero ottima in ogni frangente, dalle situazioni più tranquille a quelle più movimentate. Anche i livelli che richiedono l’utilizzo di ausili meccanici, vi sono infatti APC, Jetpack e Mech da manovrare, risultano godibili con la dovuta difficoltà. Nonostante lo scenario sia fondamentalmente unidirezionale forzato come in tutti i giochi del genere, il senso di avere una buona libertà su come e dove muoversi per affrontare un gruppo di soldati sfruttando magari le coperture offerte o cercando di aggirarli, segna un punto a favore della produzione.
In questo capitolo fa l’ingresso la possibilità di portare con se anche una seconda arma voluminosa, più l’eventuale pistola secondaria, da selezionare facilmente tramite la croce direzionale deputata al cambio arma.
Alla fine il risultato finale sarà sempre il solito ovvero voi avrete fatto una vera e propria carneficina di soldati ma in generale il sistema adottato dai ragazzi di Guerrilla Games inizia a funzionare piuttosto bene avendo limato o leggermente modificato alcune cose non particolarmente gradite dai giocatori del secondo capitolo. Non che vi sia un grande stravolgimento del gameplay data ad esempio l’impossibilità, tipica della serie, di impugnare un mitra, sparare a volontà e sbarazzarsi dei nemici andando semplicemente avanti. Qui viene ancora premiata un po’ di accortezza nell’affrontare i nemici ed avvolte il saper sfruttare le caratteristiche dell’ambiente. Se un gruppo di soldati si trova magari ben nascosto dietro a dei ripari vicini ad un angolo sarebbe suicida cercare di avvicinarsi a capofitto mentre da lontano magari bisogna essere molto accurati nella mira quando questi si sporgono per colpirci, in questo caso si può sfruttare la cosa a vantaggio lanciando una bella granata che inesorabilmente stanerà gli avversari dal loro fortino esponendosi al nostro fuoco.

L’Intelligenza artificiale, tranne per alcune sconclusionate o scriptate manovre davvero tipiche degli sparatutto, si dimostra buona perché i nemici provvedono ad impegnarsi in manovre di copertura efficaci, cercano di stanarci con l’ausilio di granate, si difendono anche dalle manovre di accerchiamento  ed anzi cercano di effettuarle anche loro a nostro discapito. Purtroppo è anche capitato di vedere però, di rado un paio di volte, il classico nemico fermo a guardare le stelle a cui potersi anche avvicinare senza neanche vedere una sua reazione ma pensiamo sia piuttosto qualche sporadica anomalia che fa inceppare il meccanismo.

Continua….(Pagina 2) >>

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